da il Fatto Quotidiano del 28/07/2012
Il sociologo della Sapienza di Roma analizza il successo dei cellulari di ultima generazione e l’attesa per l’ultimo modello della Apple. “A differenza del passato, questi apparecchi forniscono più soluzioni rispetto alle macchine che abbiamo conosciuto finora”
Un’ evoluzione epocale legata alla nascita dell’elettronica, che ci ha consentito di ricevere dalle macchine “più risposte di quante domande abbiamo bisogno di fare loro”. A questo primo fattore si unisce un secondo aspetto legato alla storia dell’umanità: “Prima dell’Illuminismo – continua De Masi – la perfezione era riservata agli Dei e i primi ingegneri della storia dell’uomo vennero puniti. Tutto è cambiato con Galileo e l’evoluzione industriale. La tecnologia ha iniziato ad affascinare. E a stupire”. Se da una parte l’uomo era intrigato dalla tecnologia e dalle risposte che forniva, ne è anche diventato vittima. E forse in modo inconsapevole.
“Le prime macchine hanno sostituito posti di lavoro poi riconvertiti nella costruzione degli stessi macchinari. Ma con l’avvento dell’informatica, questo equilibrio si è incrinato. La tecnologia ha sostituito milioni di persone. Prendiamo ad esempio l’iPad: è stato progettato da un team di 300 tecnici a Cupertino e prodotto da 20mila persone in Cina. Poco più di 20mila persone hanno così eliminato chi si occupava della legna per la carta, fino ai camionisti che trasportavano i tronchi, agli addetti alle cartiere, le tipografie, i camioncini per la distribuzione alle edicole”. Per quanto riguarda invece il successo di Apple degli ultimi tempi, secondo l’analisi di De Masi, gran parte è da attribuire all’estetica e al marketing. “La mobilitazione pubblicitaria della nostra società non è seconda a nessuno: se un archeologo trovasse gli spot a distanza di anni probabilmente penserebbe ad un popolo bisognoso di carta igienica, patatine fritte e smartphone. E in quest’ottica Apple ha saputo fare la differenza con spot semplici, funzionali e lineari. A questo si deve aggiungere che un telefonino non è più ‘solo’ un telefonino, ma un registratore, una calcolatrice, che include giochi, email, internet”. Tutti fattori che rendono lo smartphone “irresistibile”, nonostante la crisi.
masto 01/08/2012
I soliti falsi bisogni