Ci si chiede se, col passare del tempo, i metodi di comunicazione nella chiesa e dalla chiesa debbano evolversi rispetto al tempo degli Atti. E se la risposta è sì, ci si chiede come.
Davanti alla parabola esponenziale di crescita dei ritmi di vita (intorno a noi) la chiesa non può e non deve rimanere sorda o cieca. Ma come ci si deve adeguare?
Da un secolo a questa a parte l’informazione, o meglio, la comunicazione è diventato uno dei maggiori poteri all’interno degli stati: il carisma di un Hitler o di un Mussolini hanno trascinato (verso dove lo sappiamo tutti) intere folle.
Oggi, il potere dell’informazione/comunicazione è altrettanto potente, ma più subdolo. E come dice la Parola (Matt. 7:15), ci sono lupi rapaci pronti a sbranare le prede più incaute.
Credo che come chiesa dobbiamo adeguarci a nuovi metodi e tecnologie a passo coi tempi perché:
- possiamo competere col mondo che ci circonda
- possiamo essere altrettanto informati sul mondo che ci circonda
Qualcuno ha giustamente protestato che la comunicazione spiccia di oggi (SMS, post e commenti sui social network) sia sostituendo quella tradizionale, generando avatar impersonali. Tuttavia, come per ogni cosa, dobbiamo avere e soprattutto sviluppare il giusto buon senso di adoperare gli strumenti a nostra disposizione.
Mi dispiace sentir dire, anche dalle generazioni più giovani come me (!!), che “de compiuter nun ce capisco gnente” … vorrei avvertire costoro che coloro che invece “ce capiscono” ti terranno testa!