Da diversi mesi circolano allarmanti notizie che annunciano la fine del mondo che, secondo i Maya, avverrebbe il 21 Dicembre 2012. Dal primo momento che appresi la notizia mi ero subito chiesto chi avesse informato i Maya di questo terribile avvenimento. Una data così precisa non può nascere da semplici supposizioni, qui non si sta, infatti, parlando di un’epoca o di un periodo lungo, ma di un giorno ben preciso. Più avanti spiegherò l’equivoco, ma permettetemi prima che vi dica una cosa molto importante. Nessuno sa il giorno e l’ora della fine del mondo! Non lo dico io, ma lo dice un personaggio che di epoche e di fine del mondo se ne intende, più dei Maya, più di Nostradamus e più di Madonne con tutto il rispetto che porto per loro. Ecco alcuni passaggi di una conversazione tra Gesù e i suoi discepoli riportata nel Vangelo di Matteo:
“E stando egli seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli s’accostarono in disparte, dicendo: Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età presente?”(Matteo 24:3)
Alla fine di una lunga descrizione con cui Gesù racconta in modo alquanto dettagliato (altro che Nostradamus o i Maya ) cosa avrebbe accompagnato il periodo della fine, il Maestro conclude con queste interessanti parole a cui ti prego di prestare molta attenzione:
“Ma quant’è a quel giorno ed a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre solo.”(Matteo 24:36)
Ora, visto che le presunte dichiarazioni dei Maya riguardo la data della fine del mondo è in netta contrapposizione con con quello che dice Gesù (cioè che nessuno conosce la data di quel giorno, se non il Padre soltanto), sia io che te dobbiamo fare una necessaria scelta tra le due dichiarazioni. Perché una esclude necessariamente l’altra. Personalmente mi fido più di Gesù e per diversi motivi.
Uno tra tanti (abbi ancora pazienza per la spiegazione della fine del mondo dei Maya) è che Gesù ha dimostrato di essere credibile. Infatti egli predisse la caduta della città di Gerusalemme e del suo tempio (poi leggere questa profezia nel Vangelo di Matteo 24:1,2). Questo avvenne esattamente nel 70 d.C. da parte dei Romani che assediarono la città e la distrussero. Puoi vedere ancora oggi i bassorilievi sull’arco di Tito a Roma che narra la distruzione e la deportazione dei Giudei.
La Bibbia, inoltre, parla di più di trecento profezie la maggior parte delle quali si sono già adempiute in maniera precisa e altre si stanno per avverare, senza ricorrere a interpretazioni come avviene, ad esempio con Nostradamus. Per un approfondimento ti invitiamo a consultare della letteratura specifica.
Ma veniamo al nostro calendario Maya.
I Maya usavano contare il tempo con un loro sistema di numerazione diverso dal nostro. Nel nostro calendario (Gregoriano) facciamo scattare il mese dopo che sono trascorsi 28,30 oppure 31 giorni. Dopo di che si passa al mese successivo. Quindi, ogni dodici mesi scatta un anno, ogni 100 anni scatta un secolo e ogni 10 secoli scatta un millennio. La stessa cosa succede nel calendario Maya ma con base diversa. Ogni 20 giorni, che i Maya chiamavano “Kin”, scatta un “Uinal” , ogni 17 “Uinal” scatta un “Tun” (quasi un anno), ogni 19 “Tun” scatta un “Katun” (quasi 20 anni) e ogni 19 “Katun” scatta un “Baktun” (circa 4 secoli) il Baktun arriva fino a 13 e poi ricomincia da 0.
Ecco nella foto sotto una data mostrata secondo il calendario Maya (i giorni sono riportati a destra al contrario del nostro modo di scrivere le date che li riportiamo a sinistra es. 21/12/2012).
Considerando che questo calendario, secondo la mitologia Maya, è partito dall’11 Agosto del 3114 a.C., ne consegue che il 21 Dicembre 2012 il calendario segnerà la data: 13.0.0.0.0 per poi ricominciare da 0, con 0.0.0.0.0 il primo giorno, 0.0.0.0.1 il secondo giorno e così via. Il fatto che il contatore del tempo Maya riparta da 0.0.0.0.0 ha scatenato la fantasia di molti speculatori prefigurando terribili calamità e persino la fine del mondo. Ma ragioniamo un attimo e non facciamoci prendere dal panico. Se usassimo lo stesso ragionamento con il contachilometri delle automobili, saremmo costretti a pensare che le nostre auto andranno a pezzi quando il contachilometri, costruito per segnare fino a 999.999 Km, si azzererà segnando 000.000 Km. Certo, indubbiamente l’automobile potrebbe aver bisogno di una revisione, ma l’auto continuerà a funzionare e non si romperà solo perché il contachilometri si è azzerato! Niente terrore, quindi, e rilassiamoci per riflettere su un altro argomento che è molto più importante di questo. Se Gesù ha ragione, come ha effettivamente dimostrato, vuol dire anche che la Bibbia ha ragione, allora significa che questo Libro è degno di fiducia e di essere preso in serissima considerazione! Tra le tante cose la Bibbia dice che Gesù è venuto per salvarci dal castigo eterno. Infatti nel Vangelo di Giovanni è scritto:
Chi crede nel Figliuolo (Gesù) ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra lui. (Giovanni 3:36)
Sì, Gesù è la risposta giusta! Gesù ci libera e ci dà la vita eterna grazie al suo amore che ha per noi morendo al posto nostro. Vuoi sapere come avere pace con Dio? Non basta credere che Gesù è esistito per avere il perdono da parte di Dio e ricevere la vita eterna. Non basta nemmeno osservare i dieci comandamenti, ma un profondo e sincero atto di fede.
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Saremo felici di darti tutte le spiegazioni possibili.
admin 20/07/2012 — Autore articolo
Fine del mondo 2012, la profezia Maya “creata” da un prof di storia dell’arte
da Il Fatto Quotidiano di Pianetascienza per il Fatto
Tra conferme e smentite, non è ancora chiaro perché non desti altrettanto interesse la più volte proclamata inattendibilità scientifica della “profezia dei Maya”, secondo la quale il prossimo 21 dicembre ci sarebbe da dire addio a questo mondo. L’ultima “apparizione” della data risale a poco più di una settimana fa, in un testo scoperto nel sito di La Corona in Guatemala, un lungo geroglifico di 1.300 anni fa intagliato sui gradini di una scala. “Un testo che parla dell’antica storia politica dei Maya”, ha commentato Marcello Canuto, direttore del Middle American Research Institute della Tulane University e co-direttore degli scavi a La Corona insieme a Tomás Barrientos della Universidad del Valle de Guatemala. La data ci sarebbe, ma più che un riferimento a una catastrofe riguarderebbe la volontà del sovrano Yuknoom Yich’aak K’ahk’ di Calakmul, a pochi mesi dalla sconfitta ricevuta dal rivale Tikal nel 695 a.C., di scongiurare le paure del popolo rimandando a una data piuttosto lontana la fine del suo regno.
Una precedente – anche se di poco – scoperta del più antico calendario Maya, ad opera degli archeologi della Boston University, ha rinvenuto, nella stanza di un tempio scoperto nel complesso archeologico di Xultun, dipinti che raffigurano figure umane in uniformi nere e cicli lunari e planetari, datati IX secolo dopo Cristo. Sarebbero dunque più antichi dei Codici Maya, risalenti al periodo compreso fra 1300 e 1500. Le annotazioni sulle pareti sembrano rappresentare i vari cicli del calendario Maya: il calendario cerimoniale di 260 giorni; il calendario solare di 365 giorni; il ciclo di 584 giorni del pianeta Venere e il ciclo di 780 giorni di Marte. Anche in questo caso, non vi è prova di una profezia, ma soltanto della fine di un ciclo. Che il 2012 fosse il termine conclusivo di un lungo periodo lo aveva già ribadito a dicembre Sven Gronemeyer de La Trobe University in Australia: la tavoletta ritrovata su un mattone trovato nelle rovine di Comalcalco, vicino Tortuguero, indica la descrizione del ritorno dal cielo della misteriosa divinità Maya della guerra Bolon Yokte. L’era che si chiuderà, secondo le previsioni dei Maya, il prossimo dicembre è quella iniziata 5.125 anni fa con l’avvio dell’Età dell’Oro. Bolon Yokte, infatti, è, tra le tante cose, la divinità del cambiamento: secondo lo studioso tedesco, l’antico sovrano Bahlam Ajaw si era limitato ad indicare il passaggio del dio e l’intenzione di accoglierlo nel tempio di Tortuguero. Per qualche giorno, inoltre, si è diffusa la notizia che la data del 21 dicembre fosse errata e che la fine sarebbe arrivata il 5 giugno scorso (il giorno del transito di Venere, per intenderci, quando il pianeta è transitato davanti al Sole rendendosi visibile dalla terra): ma, essendo arrivati a luglio, si può dire di aver tirato il primo sospiro di sollievo.
“Gran parte della cultura Maya è basata sullo scorrere del tempo e sulla sua ciclicità – spiega Daniele Petrella, dottore di ricerca in Archeologia presso l’Università di Napoli L’Orientale, amministratore della società Archeologia Attiva e direttore della prima missione archeologica italiana in Giappone –: tanto per dirne una, il Tempio di Cuculcàn aveva 365 gradini. Ma la misurazione del tempo di questo popolo non si limitava, come è noto, a un solo calendario. I loro calcoli cronologici, ritrovati in numerosi scritti, sono di difficile traduzione rispetto ai nostri. Schematizzando, possiamo dire che, in base a un complesso calcolo sul lungo computo, ogni 5.125 un ciclo si riazzera e ne parte un altro. Il 21 dicembre 2012 non è altro che uno di questi punti, coincidente solitamente con cambiamenti più o meno evidenti dei sistemi naturali e a cui la cultura occidentale associa una fine catastrofica”. Ma se si tratta solo della fine di uno dei tanti cicli cronologici, come (e perché) è nata l’idea che proprio al termine di questo ciclo ci si dovesse preparare alla fine del mondo? “Nella seconda metà degli anni Ottanta – racconta Vincenzo Reda, scrittore appassionato di archeologia e autore del libro “101 Storie Maya che Dovresti Conoscere Prima della Fine del Mondo” – un professore di storia dell’arte del Minnesota, Joseph Anthony Argüelles (scomparso a marzo dello scorso anno) pubblica un libro, Il fattore Maya: lo studioso era rimasto affascinato dal senso circolare del tempo Maya e ha ritrovato nel 21 dicembre 2012 un significato “apocalittico”. Detto questo, c’è da precisare che il giorno è stato ricostruito tramite una correlazione operata con il nostro calendario (relativo, come tutti gli altri calendari esistenti) e anche se c’è grande accordo sulla data non si può parlare di unanimità”. “In ogni caso – spiega ancora Reda – credo che la difficoltà di sfatare questa presunta profezia sia da attribuire alla nostra cultura e al suo bisogno antico di escatologia e di apocalittico. I Maya avevano l’ossessione del tempo: se noi ad ogni giorno associamo un santo, questo popolo vi associava addirittura un dio che, con un pesante fardello, lo trasportava fino al giorno successivo per consegnarlo a un’altra divinità. In sintesi, ciò che accadrà il 21 dicembre sarà, secondo complessi calcoli matematici e astronomici, la fine di un periodo composto da 13 Baktun, ciascuno dei quali di circa 400 anni”.
Basta avere ancora qualche mese di pazienza, dunque, e molto probabilmente tutta la faccenda si risolverà come il Millennium Bug: in un falso allarme.
di Chiara Di Martino